La Contrada del Drago si identifica con l’antico villaggio della Capelleta, meglio conosciuta come la “Regola de S. Margarita de la Capelleta” dipendente dalla Pieve di Trebaseleghe e posta sotto la Signoria dei Tempesta di Noale.
Il contrassegno del drago raffigurato sullo scudo è legato ad un’antica leggenda che narra come il percorso del fiume Dragonziolo, che attraversa il territorio di Cappelletta, sia stato tracciato dal “ghiribizzo” di un drago.
Nel 1339, al tempo del palio di Meladugio Tempesta, Cappelletta era un piccolo villaggio con pochi abitanti, dotato di una chiesetta intitolata a Santa Margherita di Antiochia, come ricorda un antico documento del 1185, ed era retta da un presbiter.
Eccetto la chiesetta che era edificata in mattoni, quasi tutte le case erano costruite con legname, mattoni crudi e avevano il coperto di paglia o erba palustre.
La maggior parte del territorio, quello a ovest, era coperto da un grande bosco, “il Nemus Major”, sorvegliato molto probabilmente da un saltaro, tipico guardaboschi del tempo. Esiste ancora un toponimo in qualche modo collegato a quel vecchio bosco, riferito alla attuale strada delle Lovare: nome senz’altro derivato da “Loviera”,antica trappola per i lupi, i quali nel bosco trovavano rifugio sicuro. Già nel 1284 il Comune di Treviso faceva obbligo alle regole soggette alla sua giurisdizione, di munirsi di una loviera e pagava 20 soldi per chi presentava una pelle di lupa con la testa.
Il restante territorio era coltivato. Una parte consistente era di proprietà del Monastero delle Suore di Santa Chiara di Venezia. Tutta la popolazione era impegnata nel lavoro dei campi e gli utensili che servivano per il lavoro domestico erano costruiti dagli stessi contadini.
I colori dello stendardo della Contrada del Drago sono: verde antico e giallo senape su campo inquartato a losanghe, nella parte centrale spicca il Drago.
Stemma: una figura di drago alato in campo inquartato a losanghe giallo-verde.
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